Quota iniziale : 1559 Quota finale : 2759 Dislivello totale : 1200 Esposizione :
Difficolta' : MS Localita' di partenza : Regione : Zona : Andermatt Realp
7 commenti su “Uscita: SA1-2007 Gita3 / Stotzigen Firsten”
Anonimo
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Anonimo
Ieri sera dopo essere sceso dal pullman in baracca mi sono inserito nel flusso del traffico milanese per andare da un’amica in viale monza….fermo imbottigliato in corso buenos aires la scottatura sulla faccia provocata dal sole e dal riverbero della neve era un piacere sottile, un segno di distinzione molto nobile,un modo di trasportare un messaggio semplice e profondo.
Nicola
Anonimo
Eccovi, come di consueto, la solita serie di foto. Mi spiace che, data la dispersione dei gruppi durante la salita, non tutti potranno riconoscersi in esse, ma ricordo che se qualcuno vuole una foto particolare non ha che da chiedermela (riccardo_caserini@yahoo.it).
Per me la giornata e’ stata molto piacevole con un solo rammarico, quelo di non aver raggiunto la meta neanche questa volta (anche se mancava poco).
Mi spiace inoltre per il nostro compagno infortunato e gli faccio tanti auguri di pronta guarigione.
Finalmente una gita con tempo splendido e con tanta neve fresca!
Posso dire con fierezza di avere collezionato una notevolissima serie di cadute senza conseguenze (una in particolare davvero fantastica, nel boschetto a fondovalle) e un’ustione non indifferente al volto, al collo e al braccio sinistro (il che conferma la direzione WSW seguita durante la gita come diligentemente imparato alla lezione di orientamento).
Un aggiornamento sull’infortunio: ieri sera niente pronto soccorso, troppa lunga l’attesa. Oggi non ho dolore, la gamba si piega un po’, ho messo il tutore, seguira’ risonanza e visita.
Anche se ho una discreta confidenza con la neve dopo decenni di attivita’ anche agonistica su pista, domenica ho capito una grande verita’: non prendere mai rischi in sci alpinismo.
Come me la sarei cavata nella stessa situazione e sullo stesso percorso, facile e sicuro come dicono le guide, se fossi stato con amici semplici escursionisti e scarsamente attrezzati? Sarebbe stato un guaio: elicottero (il celluare non prendeva? Dove sarebbe atterrato?), lunga attesa, indumenti bagnati, malessere.
I nostri istruttori sono stati fantastici: rapidi nell’eseguire senza errori tutte le procedure, nessuna esitazione nella discesa, ne’ hanno mai trasmesso precarieta’, neppure quando tutto imbragato ogni tanto rotolavo a faccia in giu’ nella neassieme alla barella.
Bravi tutti, in particolare l’istruttore medico (non conosco il nome) che ha condotto in discesa la barella con traiettorie incredibili sui passaggi piu’ ripidi, il giovane Fabio (??) che ha retto lo sforzo per tenere una corda per tutta la discesa, il grande Costantino che mi dato il primo sostegno morale, ha tenuto la seconda corda, ha tirato, ha spinto, era sempre attivo.
Grazie anche all’istruttore Carlo che ha risposto ‘mai’ quando a Lotto mia moglie un po’ seccata ha detto che a cinquanta anni sarebbe meglio passare alle bocce.
Carlo
Anonimo
ARVA, Advanced Research Violence Apparatus. Inizialmente progetto militare per creare sconcerto nella mente delle persone e successivamente distribuita come innocuo oggetto tra gruppi di scialpinisti per testarne le capacita’ di resistenza allo stress prima della schizofrenia. Gia’ dopo le prime due gite ci sono stati casi di risvegli notturni da ARVA, i sintomi: grossi macigni rossi che avanzano verso la persona emettendo delle sonorita’ spaventose e con sempre maggiore intensita’, cinghie nere che vivono di vita propria e si avvolgono intorno al corpo, persone che scavano senza successo buche nella neve profonde decine di metri urlando sono sicuro che e’ qui, sono sicuro che e’ qui!
Pare che intorno alla quarta gita alcune cavie vengano trasferite direttamente al Diseases Mental Research Institute di Boston per i primi accertamenti..
Alla fine del corso sembra che nessuno ritorni normale. Sono state avvistate cavie che si aggirano agitando senza senso delle scatolette rosse in mano nella speranza di trovare dei tesori nascosti in fondo ai navigli. Altri che cominciano a correre urlando ad ogni bip emesso da qualsiasi apparecchio elettronico nelle loro vicinanze.
La CIA ha ammesso che il progetto gli e’ sfuggito di mano e ha intenzione di eliminare gli ARVA che saranno considerati X-Files. Tardi! Molti ARVA sono scomparsi, vivono in comunita’ nascoste, dotati di intelligenza artificiale, con possibilita’ di riproduzione ma solo a frequenze di 457 khz e decisi a sterminarci…
Beppe
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Ieri sera dopo essere sceso dal pullman in baracca mi sono inserito nel flusso del traffico milanese per andare da un’amica in viale monza….fermo imbottigliato in corso buenos aires la scottatura sulla faccia provocata dal sole e dal riverbero della neve era un piacere sottile, un segno di distinzione molto nobile,un modo di trasportare un messaggio semplice e profondo.
Nicola
Eccovi, come di consueto, la solita serie di foto. Mi spiace che, data la dispersione dei gruppi durante la salita, non tutti potranno riconoscersi in esse, ma ricordo che se qualcuno vuole una foto particolare non ha che da chiedermela (riccardo_caserini@yahoo.it).
Per me la giornata e’ stata molto piacevole con un solo rammarico, quelo di non aver raggiunto la meta neanche questa volta (anche se mancava poco).
Mi spiace inoltre per il nostro compagno infortunato e gli faccio tanti auguri di pronta guarigione.
Riccardo
Dimenticavo il link…
http://it.pg.photos.yahoo.com/ph/riccardo_caserini/album?.dir=/fe69re2&.src=ph&.tok=phyXtYGBoAkZrITh
Finalmente una gita con tempo splendido e con tanta neve fresca!
Posso dire con fierezza di avere collezionato una notevolissima serie di cadute senza conseguenze (una in particolare davvero fantastica, nel boschetto a fondovalle) e un’ustione non indifferente al volto, al collo e al braccio sinistro (il che conferma la direzione WSW seguita durante la gita come diligentemente imparato alla lezione di orientamento).
Linko le foto che ho scattato: http://www.flickr.com/photos/57198859@N00/sets/
Simone – classe 8
Un aggiornamento sull’infortunio: ieri sera niente pronto soccorso, troppa lunga l’attesa. Oggi non ho dolore, la gamba si piega un po’, ho messo il tutore, seguira’ risonanza e visita.
Anche se ho una discreta confidenza con la neve dopo decenni di attivita’ anche agonistica su pista, domenica ho capito una grande verita’: non prendere mai rischi in sci alpinismo.
Come me la sarei cavata nella stessa situazione e sullo stesso percorso, facile e sicuro come dicono le guide, se fossi stato con amici semplici escursionisti e scarsamente attrezzati? Sarebbe stato un guaio: elicottero (il celluare non prendeva? Dove sarebbe atterrato?), lunga attesa, indumenti bagnati, malessere.
I nostri istruttori sono stati fantastici: rapidi nell’eseguire senza errori tutte le procedure, nessuna esitazione nella discesa, ne’ hanno mai trasmesso precarieta’, neppure quando tutto imbragato ogni tanto rotolavo a faccia in giu’ nella neassieme alla barella.
Bravi tutti, in particolare l’istruttore medico (non conosco il nome) che ha condotto in discesa la barella con traiettorie incredibili sui passaggi piu’ ripidi, il giovane Fabio (??) che ha retto lo sforzo per tenere una corda per tutta la discesa, il grande Costantino che mi dato il primo sostegno morale, ha tenuto la seconda corda, ha tirato, ha spinto, era sempre attivo.
Grazie anche all’istruttore Carlo che ha risposto ‘mai’ quando a Lotto mia moglie un po’ seccata ha detto che a cinquanta anni sarebbe meglio passare alle bocce.
Carlo
ARVA, Advanced Research Violence Apparatus. Inizialmente progetto militare per creare sconcerto nella mente delle persone e successivamente distribuita come innocuo oggetto tra gruppi di scialpinisti per testarne le capacita’ di resistenza allo stress prima della schizofrenia. Gia’ dopo le prime due gite ci sono stati casi di risvegli notturni da ARVA, i sintomi: grossi macigni rossi che avanzano verso la persona emettendo delle sonorita’ spaventose e con sempre maggiore intensita’, cinghie nere che vivono di vita propria e si avvolgono intorno al corpo, persone che scavano senza successo buche nella neve profonde decine di metri urlando sono sicuro che e’ qui, sono sicuro che e’ qui!
Pare che intorno alla quarta gita alcune cavie vengano trasferite direttamente al Diseases Mental Research Institute di Boston per i primi accertamenti..
Alla fine del corso sembra che nessuno ritorni normale. Sono state avvistate cavie che si aggirano agitando senza senso delle scatolette rosse in mano nella speranza di trovare dei tesori nascosti in fondo ai navigli. Altri che cominciano a correre urlando ad ogni bip emesso da qualsiasi apparecchio elettronico nelle loro vicinanze.
La CIA ha ammesso che il progetto gli e’ sfuggito di mano e ha intenzione di eliminare gli ARVA che saranno considerati X-Files. Tardi! Molti ARVA sono scomparsi, vivono in comunita’ nascoste, dotati di intelligenza artificiale, con possibilita’ di riproduzione ma solo a frequenze di 457 khz e decisi a sterminarci…
Beppe
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