Vai al contenuto

Uscita: SA1-2003 Gita2 / Punta di Larescia



Corso: SA1-2003
Data: 16/02/2003
Partecipanti:


Itinerario: Punta di Larescia
Quota iniziale : 1095
Quota finale : 2195
Dislivello totale : 1100
Esposizione :
Difficolta' : MS
Localita' di partenza :
Regione :
Zona : Adula - Ticino E

1 commento su “Uscita: SA1-2003 Gita2 / Punta di Larescia”

  1. Ragazzi che neve!!!
    La prima vera neve di questo corso (si vede che gli svizzeri fanno le cose per bene!!!!) Eh si, perche’ la gita n.2 e’ stata in Svizzera, con partenza dalla localita’ Larescia, appena oltre Bellinzona.

    Tralasciando i dati tecnici (per i quali vedi l’apposita sezione) veniamo allo svolgimento della gita (meglio saltare anche la sosta al bar, visto che solo a ricordamela apro il portafoglio ed estraggo un bel biglietto da €.10,00 in automatico! (sic!!!) -eravamo davvero in svizzera!!-)

    Dicevamo, scarponi ai piedi, zaino in spalla, materiale distribuito, pronti per partire! ma mancano le racchette.
    Ehm!. Si, purtroppo due dei nostri migliori componenti ( in nomi verranno omessi ma i cognomi li potremmo anche fare!) si sono furbescamente adoperati dimenticando le racchette direttamente nel baule della macchina (giovani d’oggi!!). Ma ecco che, allarmato dal vociare discreto e timoroso dei due allievi che cercavano timidamente chi avesse portato qualche paio di racchette in piu’, Super-Leo-Director gli viene in aiuto, sottraendo con la forza dello sguardo due paia di racchette agli istruttori di snow-board (che ancora oggi ringraziano) e consegnandole impacchettate con nastro rosso ai nostri sbadati amici.

    Ed allora siamo davvero pronti e viaaaaaaaa!!!!!!!!!

    Inizialmente percorriamo una mulattiera comoda, che lieve sale costeggiando qualche casa alla nostra destra e sinistra. Talvolta e’ in piano e tal’altra in leggera discesa, tanto che il buon Checco (Francesco Marcon per gli amici) consiglia di sfruttare queste discesine, lasciando scorrere lo sci, in modo da ottimizzare la microtraccia (almeno una cosa l’abbiamo imparata!!)

    La strada volge, dopo qualche tornante e qualche pile in meno in un sentiero in mezzo ad un fitto bosco di abeti verdissimi con rami larghi e ben pasciuti. Nel frattempo inizia a nevicare ma, riparati come siamo nella pineta, solo ogni tanto filtra qualche fiocco di neve che rende, comunque, la gita estremamente varia e divertente.

    Ci fermiamo per esaminare un profilo stratigrafico gia’ comodamente preparato dal terreno che, degradando deciso in un punto lungo il sentiero, ci facilita il compito. Dopodiche’, proviamo a penetrare la neve dapprima con un dito, successivamente con piu’ dita ed infine con l’intero pugno, per comprendere il grado di coesione della neve. Da questo esperimento apprendiamo che, in quel punto, la neve ha due strati che si possono sostanzialmente definire a forte coesione (nel loro piccolo, sono dei ‘lastroni’) inframezzati da neve soffice a debole coesione, poco trasformata. Sopra lo strato piu’ in superficie vi sono due-tre centimetri di neve fresca, probabilmente caduta durante la notte precedente e nel corso della mattinata.

    Giungiamo cosi’ ad un’apertura del bosco, una bella radura con due baite nel mezzo, posto ideale per riprendere fiato, sgranocchiare un muesli e far due chiacchiere.

    Ma subito si prosegue, riaddentrandosi nel bosco, su per il sentierino (ma non senza aver verificato l’azimuth della nostra direzione con la direzione indicata dal libro e confrontata sulla carta, e aver posto qualche domanda a bruciapelo ai piu’ affannati tra noi, su perche’ si trova poca neve nei boschi di sempreverde).

    Ed ecco che, passo dopo passo i nostri eroi giungono, in mezzo ad una nebbia che si sta abbassando, ad una spalla senza alberi, con soffice neve poco trasformata che gia’ fa venire l’acquolina in bocca pensando alla discesa.
    La nebbia scende ancora e vengono posizionate bandierine segnaletiche giusto in tempo poiche’, arrivati in cima e tolte le pelli (alcuni paladini del freddo si cambiano anche la maglietta sudata dando sfoggio di fisici erculei) si ha appena il tempo di aprire lo zaino, vedere il pranzo e richiudere tutto perche’ e’ ora di scendere.

    Ed e’ discesaaaaaaaaaa!!!!!

    Slalom, serpentine (poche, forse le avra’ fatte qualcun altro)! ma la neve e’ fresca ed ha ricoperto ogni nostra traccia di salita. Ci fermiamo ad altre baite, in un’altra radura, dove battiamo il territorio con le prove Arva, capeggiate dal nostro impareggiabile ‘Robocop’ che, muovendosi a scatti fulminei come solo il suo vero omonimo ed il predecessore Automan sanno fare, rinviene l’Arva nascosto dietro una mattonella della baita!
    Bravo Robocop, anche questa volta ce l’hai fatta!!

    Terminate le prove, divenuti piccoli frigoriferi colorati, rimettiamo gli sci per fare un altro piccolo tratto ma poi, arrivati al bosco, siamo costretti a prenderli in spalla e scendere a piedi (davvero troppa poca neve nel bosco, peccato pero’!!!).

    Rimessi gli sci, accompagnati dai racconti sulla nostra giovane amica Malu (tranne quando fa arrabbiare la mamma Alessandra) torniamo al punto di partenza dove una bottiglia di Croatina di Checco ci abbraccia le menti stanche per portarle inebriate sino al pullman (qualcuno, piu’ inebriato degli altri arriva al pullman scivolando sul sedere!), dove inizia il festoso valzer dei baratti di cibo, delle offerte reciproche e, soprattutto, del pate’ fatto in casa di Tommaso.

    BUONANOTTE!!! che bella gita.

    Classe 2 (in ordine rigorosamente alfabetico): Alessandro (detto il Podista), Angela (detta Marina, forse perche’ stava meglio al mare??!!), Anne-marie (nonostante il nome e’ svedese), Daniele (uno degli sbadati), Francesca (la mangiatrice folle -meglio non specificare di che cosa!-), Maurizio (il momento piu’ bello della gita e’ la Croatina, eh?!), Stefano (alias Robocop),

    ed i nostri (veri??!!) istruttori Checco e Alessandra.

I commenti sono chiusi.